L’informazione tende per sua natura a scorrere libera.
Tende anche a essere gratuita ma costosa allo stesso tempo. Ha bisogno di essere costosa perché vale molto. La giusta informazione al momento giusto ti cambia la vita. Ha bisogno di essere economica perché il prezzo da pagare per farla circolare si abbassa sempre di più.
Questa dialettica non si attenuerà mai. Porterà a infiniti, logoranti dibattiti su costi, copyright, proprietà intellettuale e sulla moralità della distribuzione indiscriminata.
Ogni nuova generazione di strumenti di diffusione renderà la tensione più acuta.
Quando dico che l’informazione è tendenzialmente un bene per tutti, intendo dire che è libera nel senso più ampio: non parlo solo di soldi ma mi riferisco alla libertà di copiarla e di adattarla ai propri bisogni.
Quando l’informazione è utile, ridistribuirla rende l’umanità più ricca indipendentemente da chi la distribuisce e da chi la riceve. Una volta che l’informazione esce dal controllo di chi l’ha elaborata non c’è alcun modo di assicurarsi che non circoli. Anzi, tenderà a propagarsi nel modo più ampio possibile.
Stewart Brand, Hacker’s Conference, 1985
Nato nel 1938 a Rockford, nello stato USA dell’Illinois, Stewart Brand è uno dei massimi interpreti, quasi un profeta, della cultura digitale. È stato l’anello di congiunzione tra la controcultura del ’68 e la rivoluzione web. Le parole qui sopra sono state pronunciate nel 1985 alla prima Hacker’s Conference.
(Fonte: Roger Clarke)